L'INCUBO DEL RITRATTISTA
(E ALTRI RACCONTI)

La raccolta, vera miscellanea di generi, accosta la narrazione realistica alla favola moraleggiante, gl'incantamenti d'amore al dramma psicologico, la sana concretezza alla follia irrimediabile.
Il segno dell'arte, per certi versi, unifica le storie poste agli estremi. La prima, la stessa che detta il titolo complessivo, s'ispira con ampia licenza narrativa alle esperienze di un pittore torinese, uso, nel mese di agosto, ad eseguire ritratti a beneficio dei passanti sotto un fornice delle Porte Pretoriane di Aosta; l'ultima, L'ibi, ovvero il riscatto del peccatore fallito, ha per scenario un angolo di Codigoro (FE), un ambiente che, seppure anomalo, incredibile, esiste davvero, fatto rivivere con i suoi frequentatori, nel rispetto delle psicologie (comprese le scelte artistiche, le abitudini, gli atteggiamenti, i tic), ma, insieme con il piccolocast dei personaggi reali, posto al servizio di un intreccio romanzesco, drammatico negli esiti, e di un intruso, plasmato secondo le esigenze del copione.
  Le altre pagine hanno contratto debito con la fantasia (si veda, ad esempio, Il ragno farfallone), benché debbano più che gli spiccioli all'esperienza quotidiana e all'abitudine comune a chi racconta di mettersi nei panni altrui.

    "Il pregio maggiore di Da Pra resta, a nostro giudizio, la capacità di mantenere l'equilibrio tra lo sguardo distaccato del narratore e la partecipazione affettuosa al destino di uomini e donne che, come detto, incarnano - trasfigurandolo in un contesto di leggera, appena percettibile fiaba - il destino di molti e di molte: ricco di sentimenti senza scadere nel sentimentale, insomma, l'autore si conferma padrone della propria materia e dei segreti della scrittura."

Giuliano Federici
La Nuova Tribuna Letteraria, Anno X, N° 57, 1° Trimestre 2000
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