Dionisio Da Pra [dionisiodapra@libero.it] vive ad Aosta, inconsapevole, nella pluralità dei giorni, di fondere in sé cellule autoctone che gli derivano lungo i canali materni e un patrimonio genetico - di sicura origine cadorina -, preso in eredità dal padre. Vive, con spirito acquiescente, dove la vita lo ha abituato a vivere.
Dal momento che i suoi pensieri si ostinano ad ignorarlo, vaganti in territori non delimitati da alcun perimetro biografico, inclini a mettere casa piuttosto nell'iperuranio platonico che in un corpo mortale, si vendica mediante uno strenuo rifiuto a parlare di sé e, quindi, ad ammettere di esserne alla fin fine il genitore.

Per contro - anche le contraddizioni regalano palpiti all'esistenza -, accenna volentieri agli approdi visibili dei suddetti pensieri, ovvero alle opere cartacee in cui si concretano. Non dubitiamo, allora, che il nostro sappia amoreggiare con le parole altrui non appena facciano riferimento ai suoi parti letterari.

A tale riguardo, va osservato che i mass media valdostani, non sempre restii a segnalare l'uscita di un suo libro, gli negano il sovrappiù di una attenzione critica.

Ha posto rimedio a tale deficienza Lucrezia Pongan, autrice di un bell'articolo apparso sul Corriere della Valle d'Aosta.

Iodira

CULTURA E SOCIETA' 26 febbraio 1998 Corriere
Uno scrittore insolito: Dionisio Da Pra

"Alla mia gatta piace Beethoven" 

Lucrezia Pongan

"Alla mia gatta piace Beethoven" è un romanzo singolare, anzi, singolarissimo. il protagonista è - pensate - nientemeno che un computer... innamorato.

Una particolare programmazione della macchina la conduce a provare sentimenti in effetti insoliti per un prodotto tecnologico a funzione essenzialmente pratica, e induce a sviluppi inaspettati nella storia, una storia che non capita tutti i giorni di leggere.

Il libro è scritto da Dionisio Da Pra, scrittore dotato di un patrimonio linguistico fuori dall'ordinario (un po' come le sue storie), e di una capacità d'analisi dei sentimenti e delle emozioni dei protagonisti minuziosa, ricca di sottolineature e di dettagli. Il computer della storia si fa personalità con tanto di tormenti, di dubbi, di certezze, di fronte all'emergere del sentimento d'amore, e si creano allora situazioni romantiche e paradossali, che sfociano poi nel poliziesco. Edito dalla Editrice Menna di Avellino, questo libro non è l'unico uscito dalla penna barocca e sottile di quest'autore, che nel romanzo "Il velluto di Utrecth" offre un quadro d'epoca interessante e ricco e - non c'è bisogno di ripeterlo -particolarmente efficace sul piano linguistico. Non si deve farsi assalire dalla fretta, nell'affrontare i racconti di Da Pra, poiché essi sembrano essere figli, pur nella modernità delle tematiche, di altri tempi meno affannati, più a misura d'uomo; occorre, per gustarli, soffermarsi sulle descrizioni, sugli intervalli narrativi, poiché essi sono importanti per le atmosfere che vanno a creare e determinanti per entrare nel mondo dello scrittore, fatto di parole giocate con destrezza, con abilità, con il gusto del suono e dell'immagine. Di Dionisio Da Pra ricordiamo altre opere come "Picchio Spada"...